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IL VOLONTARIATO TRA CAMBIAMENTO E CRISI

Il tema dell’identità e del ruolo del volontariato, e potremo dire anche del Terzo Settore sono questioni che con la pandemia e i rilevanti cambiamenti sociali andrebbero ripresi perchè diversamente commetteremo l’errore di aver sottovalutato il problema.

Tradizionalmente il ruolo che il volontariato ma anche del Terzo Settore hanno o dovrebbero avere nella nostra società, è un ruolo sociale, ma anche ruolo politico e culturale.


L’identità rispetto al ruolo si intreccia in maniera forte, perché la deriva del Terzo Settore a cui assistiamo ha fra le sue cause il nuovo Codice del Terzo Settore anche se, va detto, noi ci siamo prestati sia come enti sia come società civile.


È una deriva che ha fatto perdere il valore sociale di quello che facciamo perché storicamente il volontariato è stato qualcosa che è servito a tappare i buchi delle mancanze delle pubbliche amministrazioni.


Qualcuno, qualche tempo fa, ci ha definiti “utili idioti” perché “sfruttando” lo spirito volontaristico si è supplito alla mancanza di risorse per raggiungere l’obiettivo che si voleva perseguire nell’erogazione dei servizi in particolare di quelli sociali.


Questa devianza culturale ha portato ad una diversa considerazione del ruolo stesso del volontariato perché se è vero che l’essere volontario è una scelta libera, autonoma, e indipendente, che porta a mettere a disposizione il proprio tempo, le proprie competenze per raggiungere un obiettivo, un progetto, oggi sembra non essere più così.


E da qui che si deve partire per ridefinire l’identità del volontariato perché se categorizziamo eccessivamente l’idea del volontariato, si fa il gioco del CTS, perché in realtà la sfida grossa per un Welfare umano, è già paradossale il termine perché dover accostare umano a welfare, già dice come siamo messi.


Uno degli obbiettivi del volontariato deve essere quello di riuscire a ritrasformare la politica sanitaria, socio-sanitaria e sociale affinché l’uomo, la persona per la quale facciamo quotidianamente le nostre attività, sia effettivamente al centro e delle proposte che facciamo e del servizio che proponiamo.


Il Volontariato si trova in una fase densa di cambiamenti, sia per la lenta ma inarrestabile trasformazione del sistema di welfare, prima richiamato, che per le attese e i bisogni di una società complessa e alle prese con problemi di crescente rilevanza, come il progressivo invecchiamento della popolazione, l’indebolimento dei legami famigliari, i crescenti flussi migratori, fino all’emergenza dei problemi ambientali e dello sviluppo sostenibile.


D’altra parte il volontariato, pur mantenendo inalterata l’originalità e la peculiarietà dei suoi valori, interpreta dinamicamente la propria missione mutando obbiettivi e mete con il mutare delle situazioni culturali, sociali, politiche ed economiche del contesto in cui opera.


Alle funzioni più tradizionali del volontariato quali quelle di denuncia e tutela (advocay), anticipazione e innovazione, integrazione dei servizi esistenti vanno aggiunte più recentemente la partecipazione alla programmazione e alla progettazione (art.55 e 56 del codice del terzo settore) e conseguentemente dei risultati delle politiche sociali e la diffusione della cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva.


Quest’ultima funzione è oggi di fondamentale importanza per un volontariato che vuole essere non solo socialmente utile - l’utilità sociale è il paradigma di tutto il terzo settore ma anche eticamente necessario.


Un volontariato di questo tipo è essenziale anche per la nostra provincia non solo per quello che fa per il suo “saper essere” come soggetto che testimonia valori e che crea legami sociali, e quindi per la sua “passione etica ed educativa” nella costruzione di una comunità di cittadini responsabili in grado di partecipare pienamente alla vita sociale.


Il Volontariato è diventato una componente strutturale del panorama sociale della Provincia di Treviso, sia in riferimento alle persone che operano con gratuita a fini di solidarietà che per il numero di associazioni attive esistenti nonostante il periodo difficile del Covid.


Oggi si assiste ad una maggiore complessità nell’organizzazione interna delle associazioni anche in conseguenza del nuovo Codice del Terzo Settore legge 117 del 2017

(formalizzazione, organi sociali, articolazioni delle responsabilità) per la loro duplice esigenza: da una parte, di esercitare molteplici ruoli e di interloquire con la comunità territoriale in tutte le sue componenti e, dall’altra, di garantire un elevato standard di qualità, continuità e trasparenza del proprio operato passando:


a. da ammortizzatore sociale a agente di sviluppo;

b. da risorsa di servizio a soggetto di partecipazione decisionale;

c. da erogatore diretto di interventi a catalizzatore della partecipazione dei cittadini; servizi

d. dalla centralità della mission all’importanza della vision.

 

È malgrado questi processi evolutivi che si iniziano a cogliere nel volontariato e ne esprimono la vitalità non pochi volontari ritengono che oggi il volontariato sia caratterizzato da parecchie criticità che possiamo così riassumere:


a. la difficoltà delle associazioni di garantirsi un turn over dei volontari con il decrescere del

numero medio degli effettivi;

b. l’appannarsi del significato-valore della gratuita tra i volontari come dato culturale dell’attuale fenomeno;

c. il contrasto tra l’anima associativa e ideale dei fondatori e quella efficentista rappresentata da quelli che gestiscono servizi continuativi;

d. la commistione identitaria con altre realtà del terzo settore contraddistinte da aspetti degenerativi rispetto alla gratuità e democraticità;

e. il rischio di una polarizzazione strutturale tra piccole e grandi associazioni;

f. la scarsa capacità di incidere nei luoghi di elaborazione delle politiche sociali del territorio e di tutelare i diritti di specifici gruppi di cittadini facendo valere i bisogni e priorità.


Il futuro è, d’altra parte, la parola chiave di tanti eventi organizzati dal volontariato per riflettere su se stesso e sul Terzo settore dati i cambiamenti della società in corso per mettere un punto fermo sul chi siamo e dove stiamo andando.


E quindi su quale senso ha la nostra azione e quale volontariato vogliamo per questa società.


Alberto Franceschini

Presidente Provinciale ETS Anteas





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